Buongiorno, Pacman. Disse Pallo. Rotolarono poi insieme verso le mura di ponente. Ad aspettarli stava Leila, foca monaca. Era, Leila, foca di straordinaria bravura. Con Leila, stava Lollo. Leila e Lollo erano i padroni della spiaggia oltre le mura; accolsero i nuovi amici con gioia. A guardarli, di lontano, il sole. Anche il sole faceva da palla, in quel paesaggio colorato. La terra, sotto di loro, era a strisce gialle e rosse; il cielo blu con le nuvole verdi. Risaltava la corona, del Sole, con il suo colorito arancione sorridente. PacMan e Pallo si comprarono due ghiaccioli alla menta, verdi un po' trasparenti. Si godevano quel pezzo di mondo. Pallo domando': <>. Pacman guardava Pallo. E leccando il ghiacciolo alzo' le spalle, sulle lunghe braccia gialle. Le scarpe colorate di Pallo si ingrandirono un poco, pulsanti di idee e di prospettive per il futuro. A stento riuscivano a contenerle. Pregno di pensieri, anche il cielo si scuri' un poco. I quattro nuovi amici si incamminarono lungo la spiaggia, guardando i pesci nell'acqua, verso il faro. Le loro teste dondolavano a destra ed a sinistra seguendo il ritmo dei passi. Leila torno' sull' argomento: <>. Anche la bocca di Lollo si corruccio' curiosa. Lollo era un cerbiatto. Rispose, dopo aver riflettuto un poco, Pallo. <>. Tutti lo sapevano: non c'era una risposta. Ma era divertente muovere il pensiero e rovesciare i colori. <>, azzardo' Pacman. Nemmeno lui ne era tanto convinto, pero'. Gia' si immaginava in fuga dai Fantasmi Veloci. Leila emise tre bolle di sapone, ad indicare che stava pensando. <>, disse. <>. Ed aveva ragione. Il sole, sentendosi nominato, si rischiaro' in viso. Il gruppo era intanto giunto a destinazione. Le strisce blu e bianche del faro, alto, proiettavano la loro ombra sui fichi d'india di quella zona. La lampadina sorrideva, spenta: si riposava per prepararsi alla notte. Leila suono' un campanello: dlin, dlin. Si presento', facendo capolino fra una riga blu ed una bianca del faro, Gianni, il vecchio gufo. <>, esclamo' Gianni. <> Era, infatti, Gianni custode del tempo e dello spazio. Leila si avvicino' un poco; era preoccupata. Era da molto che non venivano da lontano grandi notizie. Gli altri si inclinarono un po' a sinistra, senza mascherare la loro curiosita'. Gianni spiego' in fretta a Leila i messaggi del Faro: <>. Anche Gianni il gufo era preoccupato. <>, si meraviglio' Leila. Pensava alle parole che avrebbe cercato per spiegare ai suoi amici l'accaduto. <>. Gianni pero' non sapeva. Gran brutto affare, questo. Se il tempo decideva che "basta!", che era ora di passare la palla a qualcun altro, chissa' che fine avrebbe fatto, tutto. Magari una tigre avrebbe preso il suo posto, ed allora sai che strano... Al posto delle ore il pelo di tigre. I nostri amici si sarebbero ritrovati a fare tutto contemporaneamente, senza il' tempo. E a muoversi nella dimensione della tigre. Era necessario fare qualcosa, Leila lo sapeva bene. Nella sua vita di foca, Leila aveva gia' sperimentato i limiti del tempo; quando i secondi finiscono e la luce diventa cristallo. Era successo molti anni prima, un inverno, ed era stata salvata da un pescatore buono. Ora pero' le cose sembravano piu' serie. Non perse tempo, mise al corrente il gruppo; insieme decisero che lo avrebbero aiutato, il tempo. Come, non importava. Presto fatto, nacquero e diventarono uomini.