Settembre '99, non sono ancora iniziate le lezioni, arriva una telefonata. E' Cristina: <>. Telefono a Scotty, grande Amico che sta in Sicilia: <> Tre giorni dopo sono in treno. Il corso inizia sabato, ma ho anticipato un po' per gustarmi Roma. E' una citta' fantastica. Il primo giorno lo passo giocando a guardie e ladri nella redazione di Repubblica. Alla sera, caffe' col fornellino a piedi nudi; sono in centro a Piazza San Pietro, ai piedi dell'obelisco. Mi pare di essere all'ombelico del mondo. La prima notte dormo in un ostello per stranieri, il numero di telefono l'ho trovato per caso, era un foglietto accartocciato da qualcuno in una cabina telefonica. La notte dopo invece sono da Cristina, e la terza siamo tutti ospiti nella sede scout di Daniela Di Donato, che è la caporedattrice di Proposta Educativa. Poi, domenica sera, in pullman si parte per l'estremo sud. Bellissimo, lo stretto di Messina. Catania! Sono le sei di mattina, già quasi è chiaro. Tutto intorno si vedono piazzali, strade, macchine; un migliaio di infinite possibilità. E io ho già scelto il bus per Ragusa. Accidenti, perdo di vista senza nemmeno salutarla una ragazza dolcissima che mi ha accompagnato per tutto il viaggio e che credo non rivedro' mai piu'. In Sicilia sono ospite da Scotty per tre giorni: mare, mare, mare. Dormiamo nella casa in campagna; conosco la famiglia e Federico, piccolo grande personaggio. E poi un biglietto del treno, in notturna mi ritrovo ad un qualche binario della stazione di Padova. Nell'ostello stava la gente più strana: gente che gira il mondo con bastone e sacchettino sulla spalla. ho conosciuto Monica, anche se il nome non e' proprio questo; non mi ricordo di dov'era. Giovanni Paolo, circa, era la traduzione del nome di un brasiliano, Camilo con una elle sola era un argentino. Monica è raggiante, splende di luce propria. Giovanni Paolo mi racconta di una cattedrale di sale che sta dalle sue parti in Argentina, e mi raccomanda di passare a vederla. E con Camilo passo tutto il venerdi' a girare per Roma, lo porto anche a Piazza Pasquale Paoli, anche se non gliene frega gran chè. Ci prova con tutte le ragazze gli passano davanti! Cena: la mia pasta in busta knorr la cucina Camilo, che pensa sia pasta "italiana", la butta in una pentola d'acqua e poi la scola. Mangiamo fusilli scotti, con un sugo tremendo e con troppo sale. Con Giovanni Paolo e Monica, all'una di notte andiamo a piedi alla Fontana di Trevi. Si vede, è una coppia casuale ma perfetta. Ridendo e correndo e camminando, siamo arrivati in zona Trevi. Il piazzale è sporchissimo; ma la fontana è grande, bianca. <> <>, mi guarda. Il mio inglese è arrugginito di quattro anni almeno. <> <> lei è seduta su un parapetto: <>, dice. <> <> Che peccato, penso. <> <> <> <>, mi cerca di spiegare. Silenzio. <> ... <> Bho, non sono molto convinto. Ancora, silenzio. E la fontana. Solo. Solo, sempre solo solo. <>, per un attimo sono perso. <>, mi chiede. <> Sembra stupito, mentre mi risponde. <> Questa e' la vita, così è fatta. ...this is life... me lo ripeto mentalmente ancora adesso. Dice: <> Soli, perchè così è la vita. Ci pensa un po' su, poi continua: <> Lui ha 24 anni, ha una ragazza in Brasile, e ha talmente tanta ragione da lasciarmi senza parole. Mi ha raccontato anche della sua ragazza... ogni tanto si scrivono via email dai piu' diversi angoli di mondo. Intanto qui sono le due e mezza di notte; torniamo in zona stazione Termini, tutti e tre ci si saluta. Molto probabilmente ci vediamo per l'ultima volta: solo, un <>. Loro si girano, e già se ne vanno, ognuno verso un diverso sacco a pelo. Ma io non sono abituato, sono imbambolato, vorrei dirgli.... <>. Buona fortuna, riesco solo ad urlare; e già ho girato l'angolo. Il giorno dopo la mia frittata è per Camilo. E lui ha una risposta sola: << hey, man!...this il life... >>. Questa è la vita: chissà perchè tutti arrivano alla stessa conclusione.